Biografia


 

Marco Nava è annoverato, dal 2018, tra gli artisti contemporanei del movimento d’avanguardia milanese Nuovo Rinascimento, ideato e curato da Davide Foschi; ha esperito se stesso durante i “Festival del Nuovo Rinascimento”, dapprima a Trento e Lucca, infine presso Villa Tittoni Cusani Traversi, a Desio.

A Maggio 2021, è presente alla collettiva “γέφυρα: tra passato e presente”, curata dalla poetessa, curatrice e critica d’arte comasca Maria Marchese e dallo storico e critico d’arte Valeriano Venneri, presso il Palazzo dei Rolli Gio Saluzzo, a Genova. Nel 2022, fa parte degli artisti in mostra permanente del Centro Leonardo da Vinci – Art Expo. A giugno 2023 è presente alla collettiva “Refugium Peccatorum”, presso lo Spazio Odriuesque, nella città di Milano, sotto la direzione artistica di Angelo Orazio Pregoni, artista sinestetico, autore, poeta, naso, profumiere, la cui parte curatoriale è stata seguita da Maria Marchese.

Espone, nel tempo, anche in diversi contesti, a Ferrara.

La stessa dà i natali Marco Nava a fine anni ’70 e la cara terra è per l’artista, da sempre, “partenza e tornanza”.

Sottolinea infatti la propria provenienza da studi di bottega; i noti Maestri ferraresi Emidio De Stefano e Daniele Carletti, peraltro scomparso da poco, lumeggiano e affinano un talento innato, il suo, le cui fattezze sono odorose di conoscenze e rinascimentali e neoavanguardiste.

In una Ferrara profumata dalle pennellate di De Pisis, Boldini, De Chirico… la sua mano sorrade diversi orientamenti pittorici, sintetizzandone, poi,  il concretamento estetico in maniera tale da addivenire ad una cifra stilistica propria. Il suo temperamento artistico si manifesta attraverso l’avvicendamento di molteplici linguaggi compositivi, che slatentizzano una realtà “extraordinaria” polisemantica; essa coinvolge medesimamente lo spazio corporeo, quello riflessivo e quello spirituale.

Lui stesso definisce queste multiformità espressive “meta stagioni”, termine contenuto nel titolo del suo primo catalogo (Meta stagioni estreme, realizzatalo dallo scrittore futurista Roberto Guerra); quel meta trova radici nel greco “μετά” (con, dopo) che indica la trasformazione, l’andare oltre, ma anche nel sanscrito “mìthu o mìtha” (legare l’uno all’altro).

In tal senso, il suo percorso è un cangiante gioco che affronta materiali, forme, colori… ammagliandoli tra loro, con pennello e spatola, mediante una gestualità, a tratti impetuosa altre volte calma.

I “periodi” mettono l’osservatore di fronte a vere e proprie edificazioni materiche, la cui compattezza celebrala la solennità dei pensieri, oppure, all’opposto, il fruitore gode di realtà destrutturate, parzialmente o totalmente, dove la frantumazione è sinossi lieve di un caos solo apparente; Nava raddolcisce alcune sfumature amare della condizione umana, anche attraverso una metafisica dalle tinte e dai soggetti fanciulleschi.